AGI - Durante il rito della chiusura della bara avviene un velo di seta bianca viene posto a coprire il volto del Papa. All'interno della bara vengono inserite una borsa con le monete coniate durante il suo pontificato, delle medaglie d'argento e di bronzo a simboleggiare gli anni di servizio. Inoltre verrà posto un tubo di metallo contenente il Rogito, redatto dal maestro delle cerimonie, nel quale si racconta la vita del Papa.
È quanto prevede l'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Il rito si svolge alla presenza del cardinale Camerlengo, Kevin Farrell. Presenti, tra gli altri, l'arciprete della Basilica di San Pietro, il cardinale Mauro Gambetti, il cardinale già segretario di Stato, Pietro Parolin, il vicario per la Diocesi di Roma Baldo Reina, il sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Edgar Pena Parra, l'Elemosiniere di Sua Santità, il cardinale Konrad Krajewski e i familiari del defunto.
Sigillatura della bara
Al termine del rito viene posto il coperchio alla bara di zinco sul quale si trovano la croce, lo stemma del Pontefice defunto e la targa recante il nome del Pontefice, la durata della sua vita e del suo ministero petrino. La bara di zinco viene saldata e vengono impressi i sigilli del cardinale Camerlengo, della Prefettura della Casa Pontificia, dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche e del Capitolo Vaticano. Viene chiusa anche la bara di legno. Sul coperchio si trovano la croce e lo stemma del Pontefice defunto.
Il rito si conclude con la recita dell'eterno riposo e il Salve Regina. Bergoglio ha voluto cancellare la consuetudine delle tre bare. Il rito quindi è più snello. Per i precedenti pontefici, il rito prevedeva che la cassa di legno di cipresso venisse legata con nastri rossi sui quali venivano impressi i sigilli della Camera apostolica, della Prefettura, delle Celebrazioni e del Capitolo vaticano. La prima bara veniva calata in una cassa zincata e poi in un'altra di legno (noce o rovere) con gli stessi sigilli e, sopra, la croce e lo stemma del pontefice defunto.